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Alici, la ricchezza del pesce povero

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Alici a beccafico. Alici da fresche, acciughe quando sotto sale, l' Engraulis encrasicolus è senz'altro tra i pesci "poveri" più ricchi che conosciamo nei nostri mari. Tra i pesci azzurri per eccellenza, le sue carni sono ricche di proteine e povere di grassi, soprattutto insaturi (omega 3 e omega 6), che favoriscono il benessere delle arterie e del cuore; sono poi ricche di minerali come il calcio, il fosforo, il ferro e il selenio, importanti per la salute di ossa e denti, produzione di globuli rossi e per supportare il sistema immunitario. Possono essere fritte, sfilettate e conservate sott'olio o sotto sale, usate per condire la pasta o la pizza: l'alice ha una versatilità che pochi altri pesci hanno, a costi contenutissimi e senza peccare di sapore. Noi oggi ve la proponiamo nella variante "a beccafico", un piatto siciliano che può essere consumato come antipasto o come secondo, aumentando le quantità (di due o tre volte). Ricetta: alici a becc...

Involtini di orata con pancetta (o zucchine)

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Mari e monti, carne e pesce, terra e mare. L'incontro tra due mondi all'apparenza distanti e da sempre divisi, da quando i continenti formavano la Pangea e le acque un unico oceano denominato Panthalassa ; poi comparvero le prime forme di vita e finalmente qualche organismo passò dalla vita subacquea a quella terrestre. Due rette parallele sono destinate ad incontrarsi all'infinito, due opposti sono destinati ad attrarsi: è scienza, non magia (e nemmeno pubblicità occulta). Il pranzo della domenica Un pesce magro la cui pezzatura solitamente varia dai 400 agli 800 grammi, spesso di allevamento (e allora meglio l'Italia che la Grecia, senza nulla togliere agli amici ellenici) ma anche reperibile pescata: l' orata non può mancare sulle nostre tavole, ma come cucinarla ? La soluzione più facile sarebbe quella di eviscerarla e farcirla con erbe aromatiche e agrumi, prima di sbatterla in forno ed attendere la cottura: zero pensieri e risultato assicurato, le lische si ...

Pesce, molluschi e crostacei: un tuffo nel nostro passato

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Fonte: Freepik Tra i 450 e i 500 milioni di anni fa le prime piante fecero capolino dall'acqua alle terre emerse, seguite da ancestrali millepiedi, insetti ed acari, un centinaio di milioni più tardi; bisognerà attendere lo stesso periodo tempo per vedere i primi vertebrati prendere coraggio e visitare la terraferma, dapprima con il Tiktaalik  e quindi con l' Ichthyostega , animali rivoluzionari nonché trisavoli dei tetrapodi moderni, dotati di pinne con polso e caviglia mobili in grado di favorire la locomozione e di un apparato muscoloscheletrico predisposto.  Milioni di anni in cui mutazioni errate o favorevoli si sono alternate fino ad eleggere la specie in grado di sopravvivere ad una vita all'aria aperta, strisciando prima e camminando poi, dalle quattro zampe ai due piedi.  Il racconto però, scritto o orale che sia, è in grado di fare una cosa che all'evoluzione manca ancora: quella di condensare il tempo a proprio piacimento, racchiudendo ere geologiche in poche...