Pesce, molluschi e crostacei: un tuffo nel nostro passato

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Tra i 450 e i 500 milioni di anni fa le prime piante fecero capolino dall'acqua alle terre emerse, seguite da ancestrali millepiedi, insetti ed acari, un centinaio di milioni più tardi; bisognerà attendere lo stesso periodo tempo per vedere i primi vertebrati prendere coraggio e visitare la terraferma, dapprima con il Tiktaalik e quindi con l'Ichthyostega, animali rivoluzionari nonché trisavoli dei tetrapodi moderni, dotati di pinne con polso e caviglia mobili in grado di favorire la locomozione e di un apparato muscoloscheletrico predisposto. 

Milioni di anni in cui mutazioni errate o favorevoli si sono alternate fino ad eleggere la specie in grado di sopravvivere ad una vita all'aria aperta, strisciando prima e camminando poi, dalle quattro zampe ai due piedi. 

Il racconto però, scritto o orale che sia, è in grado di fare una cosa che all'evoluzione manca ancora: quella di condensare il tempo a proprio piacimento, racchiudendo ere geologiche in poche righe: è grazie a tutto questo che stiamo per compiere il processo inverso dell'evoluzione, tornando lì dove siamo nati. 

Tappate il naso ed aprite le branchie, oggi si parla di pesce, crostacei e molluschi!

Perché mangiare pesce, molluschi e crostacei

Mangiare pesce fa bene alla memoria: i luoghi comuni esistono anche sott'acqua a quanto pare, dato che ad oggi la comunità scientifica non è ancora riuscita a dimostrare benefici concreti in tal senso. 

In ogni caso, il consumo di pesce  preziosa fonte di proteine, omega-3 (i famosi EPA e DHA), vitamina D, iodio e selenio  sia grasso che magro, quando assunto nelle giuste quantità, è in grado contrastare l'insorgenza di sindrome metabolica e prevenire malattie cardiovascolari, riducendo anche il rischio di infarto.

Da un punto di vista nutrizionale è altrettanto prezioso il contributo offerto da crostacei e molluschi, ricchi di vitamine (in particolare B1, B2, B9 e B12) nonché di minerali quali magnesio, zinco, ferro, selenio, manganese e fosforo, oltre che di proteine e acidi grassi omega-3; tuttavia, consistenti sono anche le scorte di colesterolo presenti, che rendono quindi il consumo di questi abitanti marini sconsigliato per i soggetti affetti da dislipidemie.

L'importanza dello iodio

Essendo il costituente principale degli ormoni tiroidei, una carenza di iodio si traduce in problemi a livello della tiroide, che diminuisce la propria attività ed aumenta le dimensioni dando origine al gozzo, sintomo primario di ipotiroidismo. Questa patologia è causa, tra le altre cose, di aumento di peso, alterazione delle funzioni mentali (cretinismo) e di ridotta fertilità, con alte possibilità di riscontrare effetti avversi nel corso della gravidanza o sul neonato.

Per far fronte alla carenza di iodio – frequente soprattutto in popolazioni che vivono lontano dal mare o in alta quota – si è provveduto alla iodizzazione del sale, oltre che alla promozione del consumo di pesce e latticini, alimenti ricchi di questo minerale. Inoltre, in gravidanza si provvede di solito ad una sua integrazione per arrivare ad una assunzione giornaliera di iodio pari a 200-250 μg.

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Le porzioni di pesce, molluschi e crostacei

Pesce fresco o surgelato, quale prendere? 

Per la Società Italiana di Nutrizione Umana andrebbero consumati almeno due volte a settimana 150 g di pesce fresco o surgelato, pari a 1 piccolo pesce, 1 filetto medio, 3 gamberoni, 20 gamberetti, 25 cozze. Quando possibile vale sempre la regola di preferire il pescato locale o nazionale, meglio se fresco, anche se il decongelato o il surgelato sono valide alternative in assenza di altro.

Va bene mangiare pesce in scatola?

Sì, e per nostra fortuna la SINU ha provveduto a porzionare anche il pesce in scatola o conservato (acciughe, aringhe, sgombro, tonno, salmone) in una quantità di 50 g riferita al peso sgocciolato, ossia 1 scatoletta piccola di tonno sott'olio o in salamoia, 4-5 fette sottili di salmone affumicato, ½ filetto di baccalà.

Allergia a crostacei e molluschi

Il principale allergene causa di reazione avversa in seguito al consumo di crostacei e, in alcuni casi, di molluschi è la tropomiosina, una proteina resistente sia al calore che alla digestione: il consumo di tali alimenti, nei soggetti sensibili, va dunque evitato sia da crudo che da cotto, onde evitare sintomi che variano dall'orticaria o difficoltà respiratorie fino allo shock anafilattico. 

Dato che la tropomiosina è presente anche in altre classi di artropodi, viene considerata uno dei principali allergeni causa di cross-reattività (per esempio agli acari della polvere).

Si scampi chi può: quali alimenti evitare in caso di allergia

I soggetti allergici devono perciò evitare di consumare crostacei (gamberi, mazzancolle, scampi, aragosta, astice, granchi), così come molluschi (cozze o mitili, vongole, telline, cannolicchi, ostriche, fasolari, seppie, calamari e polpi).


Fonti:

  • http://theropoda.blogspot.com/2012/11/chi-fu-colonizzare-le-terre-emerse-per.html
  • Daeschler, E., Shubin, N. & Jenkins, F. A Devonian tetrapod-like fish and the evolution of the tetrapod body plan. Nature 440, 757–763 (2006).
  • Tørris C, Småstuen MC, Molin M. Nutrients in Fish and Possible Associations with Cardiovascular Disease Risk Factors in Metabolic Syndrome. Nutrients. 2018; 10(7):952
  • Qin, ZZ., Xu, JY., Chen, GC. et al. Effects of fatty and lean fish intake on stroke risk: a meta-analysis of prospective cohort studies. Lipids Health Dis 17, 264 (2018).
  • Suplicy, F.M. (2020), A review of the multiple benefits of mussel farming. Rev Aquacult, 12: 204-223.
  • https://www.msdmanuals.com/it-it/casa/disturbi-alimentari/minerali/carenza-di-iodio
  • https://sinu.it/wp-content/uploads/2019/07/20141111_LARN_Porzioni.pdf

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