Gli spazi blu fanno bene alla salute

Lago Trasimeno (PG)

Da piccoli durante un viaggio in macchina, di quelli lunghi dove la destinazione non era mai direttamente proporzionale alle ore di tragitto, avete mai giocato all'associazione di parole? Funziona così: il primo giocatore (di solito quello che non riesce a star quieto e rilassato) dice una parola, ad esempio "cielo", il secondo ne deve dire un'altra che abbia un collegamento con la precedente, deve essere la prima parola che gli viene in mente, ad esempio "nuvole". Si continua così fino a quando ci sono giocatori disposti ad assecondare l'inquietudine del primo.

Proviamo a fare lo stesso gioco, la parola è "blu". Quali sono le prime parole che vi vengono in mente? Proviamo ad indovinare:"oceano, mare, Alessandro Baricco"?

Il mare non è sempre stato blu

Oltre ad essere un ottimo passatempo, il gioco richiama una tecnica utilizzata in psicoanalisi introdotta da Freud nell'opera "L’interpretazione dei sogni". Possiamo definire la libera associazione come il modo più ingenuo di entrare a contatto con il nostro inconscio, in quanto permette di verbalizzare pensieri con il minor grado di deformazione o deviazione razionale possibile. Come guardare un'immagine senza filtri, in maniera autentica. Le libere associazioni sono influenzate dall'esperienza; ad esempio, la maggior parte di noi collega il colore blu al mare, al cielo e a tutte le loro sfaccettature ma non è sempre stato così. I nostri antenati non conoscevano il colore blu, tanto che Omero nell'Odissea descrive il mare definendolo "di color vino scuro"

Così come in molti testi antichi cinesi, giapponesi o greci, non è mai stato citato il colore blu. A tal proposito, il linguista israeliano Guy Deutscher fece un esperimento con sua figlia. Egli cercò di non utilizzare mai il colore blu per descriverle il cielo o il mare. Sebbene la figlia conoscesse tutti i colori, quando gli venne chiesto di descrivere il colore del cielo ebbe difficoltà, definendolo dapprima bianco e solo dopo blu. Questo ha permesso a Deutscher di poter affermare che, a primo impatto, i bambini non pensano al colore blu quando vedono il cielo. Potete trarre le vostre conclusioni.

Una questione di chimica

Che poi se ci pensate bene, il blu è davvero raro in natura. Il motivo dipende dalla chimica (come tutto del resto) e da come anatomicamente riusciamo a vedere i colori. Ve la facciamo breve, i nostri occhi contengono cellule sensibili alla luce chiamate coni; ogni tipo di cono è sensibile ad una determinata lunghezza d'onda della luce (rossa, verde e blu). Le informazioni registrate dai coni vengono trasportate al nostro cervello sotto forma di impulsi elettrici e tradotte in sfumature di colore. Affinché un fiore appaia blu, ad esempio, deve essere in grado di produrre una molecola in grado di assorbire una quantità molto piccola di energia, in modo da assorbire la parte rossa dello spettro. Tali molecole sono difficili da realizzare dalle piante ed è per questo che i fiori blu sono prodotti da meno del 10% delle circa 300.000 specie di piante al mondo. Sì, le rose blu che comprate dal fioraio sono per la maggior parte rose bianche colorate.

Il blu nell'arte

Fra l'altro, sapete chi ha sintetizzato per la prima volta il pigmento blu? Sono stati gli egiziani che intorno al 2200 a.C. mescolando calcare, sabbia e un minerale contenente rame (azzurrite o malachite) ottennero il "blu egizio", per l'appunto. Più recente invece (V secolo d.C.) è la nascita del “blu oltremare”, prodotto a partire dal lapislazzuli ed utilizzato nelle arti figurative per le commissioni più importanti, a causa dell'elevato costo. Michelangelo lo usò per affrescare la Cappella Sistina, Johannes  Vermeer per dipingere "La ragazza con l’orecchino di perla", amando così tanto il colore che si indebitò per averlo.

Gaeta (LT)

Arrivati a questo punto dell'articolo, il mitico redattore avrà già selezionato quanto sopra citato e sarà in procinto di cancellare ma non demordiamo e andiamo avanti, come dicevano i Queen "the show must go on". [e invece no, ndr]

Il blu fa bene alla salute

Una recente associazione con il blu è la salute. Ebbene sì amici, siamo finalmente arrivati ad un argomento più inerente a questo blog; bisogna aprire tante porte per capire qual è quella giusta, non credete?

Non so se vi siete accorti che nella società in cui viviamo abbiamo non pochi problemi; siamo nel bel mezzo di una pandemia, abbiamo un debito pubblico di circa 2.734,4 miliardi (che non so bene cosa voglia dire ma sono tanti soldi) e una situazione climatica non del tutto rosea. A quest'ultimo problema si sta cercando una soluzione, tanto che è da poco terminata a Glasgow la COP26, una conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici. Tra le cause del cambiamento climatico, ruolo centrale lo ha l'uomo con le emissioni antropogeniche di gas ad effetto serra. E ciò dipende anche dal fatto che la popolazione mondiale è cresciuta di circa il 460% tra il 1950 e il 2018, aumentando il numero di persone che vivono nelle aree urbane da 751 milioni nel 1950 a 4,2 miliardi nel 2018. Questo badiale aumento della popolazione urbana ha messo in luce preoccupazioni ambientali, sociali e sanitarie. È quindi di fondamentale importanza creare ambienti urbani sostenibili e salutari, che promuovano il benessere mentale e fisico.

Vivere in ambienti urbani sostenibili e naturali apporta numerosi benefici alla salute e al benessere sociale. Gli studi hanno dimostrato che l'esposizione agli ambienti naturali contribuisce a ridurre i tassi di mortalità e ad aumentare il benessere tra gli abitanti delle città. Fino a qualche anno fa i ricercatori si erano concentrati sull'impatto degli spazi verdi (giardini, parchi), ma negli ultimi anni è emerso che gli spazi blu come mare, laghi, fiumi e canali possono portare benefici simili.

In una meta-analisi pubblicata da Georgiou e collaboratori sono stati studiati i meccanismi di collegamento tra l'esposizione a spazi blu e la salute. Sono stati presi in considerazione quattro meccanismi:

1. abitare vicino a spazi blu può promuovere l'attività fisica;

2. l'esposizione agli spazi blu può migliorare il recupero mentale;

3. gli spazi blu possono promuovere interazioni sociali;

4. gli spazi blu possono contribuire a un ambiente più sano e ridurre l'inquinamento atmosferico.




Attività fisica e spazi blu 

L'associazione tra attività fisica ed esposizione agli spazi blu è stata esaminata in 18 articoli i quali hanno confermato almeno un'associazione positiva con l'attività fisica; in termini di volume maggiore di attività, minor probabilità di inattività o un'attività fisica più intensa e vigorosa. Dunque vivere più vicini al mare, ad esempio, influisce positivamente sul movimento rispetto a viverci più lontano o in aree con meno superfici blu.

Come gli spazi blu influiscono sul recupero psico-fisico

Vivere vicino a spazi blu ha dimostrato influenzare positivamente la ripresa psicologica rispetto a vivervi lontano. Più nello specifico si sono evidenziati effetti benefici sullo stress, sul disagio psicologico e  sull' ansia. Tra gli studi analizzati, uno ha suggerito che vivere vicino a grandi laghi ha effetti positivi sull'umore, mentre vivere vicino a laghi piccoli e interni ha dimostrato l'esatto opposto. Tra i risultati più importanti vi è l'evidenza che vivere in spazi blu riduce sensibilmente i disturbi depressivi maggiori.

Spazi blu e interazione sociale 

Dalla meta-analisi si è evidenziato come abitare vicino a mare, laghi, fiumi o altri spazi blu porta ad un  aumento del tempo trascorso con la famiglia o gli amici e dunque, ad effetti positivi sull'interazione sociale. Inoltre è stato dimostrato un aumento della coesione e dell' attaccamento tra la popolazione oggetto dello studio. Al contrario, è stato riscontrato che l'aumento della lunghezza di un fiume in un quartiere è associato a indici di coesione inferiori e che una maggiore quantità di spazio blu all'interno di un'area geografica riduce l'interazione tra vicini.

Spazi blu e ambiente 

In generale, è stato riscontrato che la presenza di spazio blu in un'area geografica influenza positivamente i fattori ambientali attraverso uno stress termico inferiore, una temperatura superficiale del suolo ridotta, una qualità ecologica auto-percepita più elevata e una miglior qualità dell'aria, principalmente dovuta alle minori concentrazioni di PM 2,5 (materiale particolato aerodisperso). 

Conclusioni

Abbiamo visto come gli spazi blu apportino effetti benefici sulla salute e favoriscano una dieta, quanto stile di vita, migliore. Ciò sicuramente si tradurrà in un maggior interesse per scelte alimentari sane e sostenibili. E se così non fosse, potete continuare a leggere i nostri articoli in modo da potervi indirizzare verso la porta giusta.

Ricapitolando, se vi domandassimo ora qual è la prima parola che vi viene in mente pensando al blu, voi cosa rispondereste? E perché proprio la salute? 


Fonti:  

  • Ferro, A. (2002) Libere associazioni e pensiero onirico della veglia. Rivista di Psicoanalisi 48:375-385

  • Georgiou, M.; Morison, G.; Smith, N.; Tieges, Z.; Chastin, S. Mechanisms of Impact of Blue Spaces on Human Health: A Systematic Literature Review and Meta-Analysis. Int. J. Environ. Res. Public Health 2021, 18, 2486. https://doi.org/10.3390/ijerph18052486

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