Cavoli quanti benefici

Cavoli, cavoletti, cavolfiori. Broccoli, rape, verze. I fiori con quattro petali disposti a croce, da cui il nome della famiglia, Cruciferae, oggi sostituito dal termine Brassicaceae, derivante dal celtico "bresic", ossia "cavolo".

L'autunno è tuttavia una stagione del cavolo solo per sineddoche, perché sono molteplici gli effetti benefici apportati dal consumo di Brassicacee, al punto da meritarsi un articolo, proprio questo che state leggendo.

Perché mangiare cavoli fa bene

I benefici dei cavoli, ma anche dei broccoli, dei cavolfiori o delle verze, per dirne alcuni senza voler escluderne altri, sono numerosi e a lungo studiati dai ricercatori. Coltivati in ogni continente ad eccezione dell'Antartide, la famiglia delle Brassicacee deve il suo particolare gusto ed odore solforato, nonché i suoi effetti positivi, a quelle molecole chiamate glucosinolati e ai loro metaboliti, gli isotiocianati e gli indoli. In seconda battuta vi sono quindi i composti polifenolici e i carotenoidi, ma anche le fitoalesine, i terpeni e i fitosteroli.

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Glucosinolati

I glucosinolati sono i metaboliti secondari maggiormente presenti in questi vegetali, prodotti principalmente dalla pianta per difendersi dai predatori: quando questi attaccano i tessuti, infatti, la lisi delle cellule espone i glucosinolati al contatto con l'enzima mirosinasi, che agisce scindendo la molecola e producendo diversi composti, tra cui isotiocianati, tiocianati e indoli. Durante la cottura si verifica una situazione simile, ed è per questo che si libera nell'aria l'odore di zolfo: essendo molecole particolarmente instabili, la tipologia di cottura è fondamentale, così come la temperatura e l'esposizione all'aria. 
Il glucosinolato più studiato è forse la glucorafanina, che dopo l'azione della mirosinasi porta alla formazione del sulforafano, un isotiocianato in grado di svolgere un'azione chemioprotettiva, ma anche apportare benefici alla funzionalità cardiovascolare, nelle malattie neurodegenerative e nel diabete.

Non è oro tutto ciò che luccica: alcuni derivati dei glucosinolati come la goitrina, svolgono un'importante azione anti-tiroidea, contrastando il processo di iodizzazione che di fatto rallenta la sintesi degli ormoni tiroidei, con conseguente effetto gozzigeno. 

Polifenoli

Tra le molecole polifenoliche più importanti figurano invece le antocianine, in grado di conferire la caratteristica pigmentazione colorata ai cavoli cappuccio per esempio, o ai cavolfiori. La molecola di maggiore interesse è senza dubbio la cianidina, presente anche nelle ciliegie, per la quale sono stati dimostrati effetti positivi nel trattamento della gotta e altre patologie articolari, nella formazione del tessuto osseo e nella riduzione di citochine pro-infiammatorie.

Carotenoidi

β-carotene, zeaxantina e luteolina: in ordine vario a seconda della specie o della cultivar presa in esame, questi tre carotenoidi sono quelli maggiormente rappresentati nelle Brassicacee. In particolare, il cavolo riccio, conosciuto anche come cavolo kale, è stato dimostrato possedere i livelli di carotenoidi più alti, con effetti antitumorali, protettivi nei confronti di malattie neurodegenerative ma soprattutto degenerazione maculare età-correlata: insomma, per evitare di non vederci un cavolo, mangiatelo.

Fitosteroli

I fitosteroli sono molecole chimicamente simili al colesterolo, di originale animale, in grado di legarsi ai suoi recettori e dunque di agire da antagonisti: questa azione permette così di ridurre i valori di colesterolo totale e di colesterolo LDL nel plasma fino ad un 10-15%. Nelle Brassicacee il fitosterolo più importante è senza ombra di dubbio il brassicasterolo, il cui nome non è affatto casuale. Tra gli altri effetti benefici, figurano anche quelli antinfiammatorio, anti-neoplastico ed un'azione immunomodulatoria. 
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Conclusioni

Mangiare broccoli fa bene, mangiare cavoli fa bene, mangiare cavolfiori fa bene. Insomma, le Brassicaceae fanno bene alla salute, eccheccavolo. E se vi dicono che siete dei broccoli, prendetelo come un complimento.


Fonti

  • Ramirez D, Abellán-Victorio A, Beretta V, Camargo A, Moreno DA. Functional Ingredients From Brassicaceae Species: Overview and Perspectives. International Journal of Molecular Sciences. 2020; 21(6):1998.
  • Kim JK, Park SU. Current potential health benefits of sulforaphane. EXCLI J. 2016;15:571-577. Published 2016 Oct 13.
  • Karyn L. Bischoff, Chapter 40 - Glucosinolates, Editor: Ramesh C. Gupta, Nutraceuticals, Academic Press, 2016, Pages 551-554.
  • Collins MW, Saag KG, Singh JA. Is there a role for cherries in the management of gout?. Ther Adv Musculoskelet Dis. 2019;11:1759720X19847018. Published 2019 May 17.
  • Björkman M, Klingen I., et al., Phytochemicals of Brassicaceae in plant protection and human health – Influences of climate, environment and agronomic practice, Phytochemistry, Volume 72, Issue 7, 2011, Pages 538-556.

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