Novel food: dalle larve alla carne sintetica

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È un'uggiosa domenica mattina di un ottobre non poi così lontano, e i suoni delle campane che enfatizzano l'arrivo del mezzogiorno si fanno più insistenti; dalla cucina si sente il borbottare dell'acqua che bolle, il coltello sul tagliere (chissà quali vittime ha trovato oggi), lo sfrigolio del soffritto, il tutto accompagnato da mormorii indistinti e dal profumo di pane appena sfornato. Per l'aperitivo preparerò alcune delle specialità di casa: crocchette di patate con larve di Tenebrio e cavallette fritte. 

Se state pensando che non vorreste mai essere miei ospiti, non vi preoccupate, questi piatti non fanno ancora parte del menù di casa. Il Tenebrio molitor, meglio conosciuto come "tarma della farina" o "tenebrione mugnaio", è il primo insetto ad aver ottenuto una valutazione completa, con parere positivo, da parte dell'Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA). Per la prima volta dal 2018, anno in cui è entrato in vigore il nuovo regolamento sui novel food, l'EFSA ha autorizzato il consumo alimentare di un prodotto a base di insetti, in quanto sicuro per la salute umana. Le larve essiccate di Tenebrio molitor possono essere consumate intere, all'interno di barrette, pasta, biscotti o snack.

Novel food 

I nuovi alimenti o "novel  food" non sono poi così nuovi. Con la  globalizzazione e la continua ricerca di innovative fonti di nutrienti, le nostre tavole sono sempre state arricchite con nuovi alimenti; provenienti da culture diverse o derivati da modalità di produzione non convenzionali. Basti pensare che la conquista degli oceani da parte degli europei, fatto storico decisivo dell'inizio dell'epoca moderna, e la successiva integrazione degli altri continenti nella loro rete commerciale, ha condotto all'importazione di nuovi alimenti, oggi non più definibili tali. Banane, pomodori, mais, patate, caffè, cioccolato, peperoncino, zucchero sono tutti approdati in Europa come novità alimentari. Tra i più recenti abbiamo i semi di chia, il frutto del baobab e l'alchechengi. Solo con il Regolamento (CE) 258/97 vengono disciplinati per la prima volta i novel food, i quali vengono definiti come “qualsiasi prodotto e ingrediente alimentare non ancora utilizzato in misura significativa per il consumo umano nella Comunità prima del 15 maggio 1997”. Oggi la normativa in atto è il Regolamento (UE) 2283/2015,  in vigore dal primo gennaio del 2018, il quale introduce diverse novità in materia.

Come si determina lo status di Novel food? 

Fanno parte dei novel food gli alimenti derivanti da nuovi processi e pratiche di produzione, i prodotti provenienti da piante, animali, microrganismi e minerali che non siano stati prodotti o utilizzati prima del 15 Maggio 1997 (data convenzionale come la scoperta dell'America del 12 Ottobre 1492). Anche all'interno del nuovo regolamento viene confermata l'esclusione degli organismi geneticamente modificati (OGM), dei prodotti e degli ingredienti costituiti da OGM e di tutti quei prodotti ottenuti a partire da OGM ma che non li contengono. Nell'articolo 4 del Regolamento (UE) 2283/2015 viene descritta la procedura per la determinazione dello status di novel food. Gli operatori del settore alimentare dovranno prendere in considerazione differenti fattori, tra i quali: la quantità d'uso, il ruolo che il prodotto ha nell'alimentazione in termini quantitativi e qualitativi nonché quali parti di esso siano consumate; per procedere all'autorizzazione dovrà poi essere inviata la domanda alla Commissione Europea. A quel punto l'EFSA, entro 9 mesi dalla data in cui riceve la domanda da parte della Commissione, dovrà esprimere il proprio giudizio, tenendo in considerazione la sicurezza dei novel food attraverso diversi passaggi. Se la valutazione ha esito positivo, la Commissione presenta un progetto di legge di attuazione al Comitato permanente per le piante, gli animali, gli alimenti e i mangimi, autorizzando così l'immissione del prodotto nel mercato UE.

Novel food, uno sguardo al futuro 

Le richieste di autorizzazione che l'EFSA riceve sono indirizzate verso strade ben precise. Di grande rilevanza sono le alternative alle classiche fonti proteiche, in particolar modo insetti, carne sintetica, alghe. Come fonti di carboidrati innovative c'è interesse per le nuove fibre e gli oligosaccaridi del latte identici a quelli umani. Per quanto riguarda i novel food sotto forma di integratori alimentari, si dà rilievo ai nanomateriali ingegnerizzati, agli estratti di piante e al cannabidiolo di sintesi. 

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Inquinamento, Bill Gates e carne sintetica

Per Bill Gates la soluzione per la riduzione dell'inquinamento è quella di promuovere la produzione di carne artificiale a discapito della carne animale. Perché sì, la produzione di carne ha un forte impatto sull'inquinamento ambientale (articolo in cui ne parliamo) ma tralasciando, per ora, questo problema, ci focalizzeremo su questo nuovo mercato alimentare. La biologia sintetica, materia che coniuga la biologia all'ingegneria, permette di utilizzare delle strategie innovative per riconfigurare il DNA di un organismo e creare qualcosa di nuovo, tra l'altro. È proprio applicando la biologia sintetica che Beyond Meat, azienda leader degli Stati Uniti quotata in borsa per miliardi di dollari, ha ottenuto i suoi prodotti (carne e prodotti caseari artificiali). Tra gli investitori di Beyond Meat spiccano Bill Gates e Leonardo di Caprio. L'azienda è stata la prima ad utilizzare una specifica sequenza di DNA derivata dai semi della soia per ricreare il tipico sapore del manzo.

Carne sintetica, è davvero così ecosostenibile? 

La produzione di carne sintetica si ottiene utilizzando cellule staminali derivate da muscoli animali, prelevate da animali viventi e fatte riprodurre in coltura in quantità sufficiente affinché il tessuto muscolare possa essere unito, aromatizzato e venduto come carne. Se da una parte la produzione di carne sintetica ridurrebbe radicalmente le macellazioni animali, il consumo di suolo e la perdita di acqua, è pur vero che se il mercato si ampliasse, potrebbe condurre a problemi di inquinamento legati al suolo, a causa delle importanti quantità di sostanze chimiche, ormoni e fattori di crescita utilizzati per coltivare le cellule iniziali.

Conclusioni

Inutile ribadire che siamo il secolo del cambiamento, dell'innovazione e della ricerca. Per questo, accanto ai nuovi alimenti sarebbe opportuno parlare di nuovi tempi, caratterizzati da transizioni entropiche, problemi e tentativi più o meno efficaci di ricerca di equilibrio e problem solving. Ed è per questo che vi lasciamo con una domanda: le carni sintetiche, i prodotti a base di insetti, sono per voi la soluzione alle difficoltà insite nell'epoca contemporanea? 

Vi aspettiamo nei commenti per discutere dell'argomento e leggere le vostre risposte. 

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