Antiossidanti e dove trovarli

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Quali sono i migliori antiossidanti estratti dalle piante? Ve lo diciamo subito, nel testo che state per leggere non troverete citati thé o cacao, se non un po' più a sinistra di queste parole: lo avete letto qualche secondo fa e ricordatevelo, perché è stata l'ultima volta. Da ora si comincia a scoprire qualcosa di nuovo, o forse no. Buona lettura, ci vediamo dopo.

I migliori antiossidanti estratti da piante

    Aglio nero fermentato (Allium nigrum)

Il nome è ingannevole, perché si tratta in realtà del comune aglio bianco che viene però fatto fermentare per un periodo più o meno lungo (fino a 21 giorni) ad una temperatura compresa tra 60-90°C e umidità tra l'80-90%, assumendo di fatto una colorazione scura dovuta alla reazione di Maillard (chissà quante volte l'avrete già sentita, la caramellizzazione degli zuccheri e l'imbrunimento). 

Ciò che ci interessa è però la variazione dei composti bioattivi all'interno dell'aglio, specialmente l'aumento del contenuto di S-allil-cisteina: è stato dimostrato come l'estratto di aglio nero fermentato comporti una riduzione dei principali marker pro-infiammatori, oltre che una riduzione della pressione sanguigna.

    Unghia di gatto (Uncaria tomentosa)

Deve il suo nome alle spine presenti sui rami, che ricordano un uncino o le unghie feline, ed ai peli presenti sulle foglie. Già conosciuta e utilizzata nella medicina tradizionale, contiene fino a 32 composti fenolici, il più importante dei quali è rappresentato dalla mitrafillina, i cui effetti risultano aumentati se utilizzata in sinergia con alcaloidi. Differenti studi hanno dimostrato effetti antiossidanti che prevengono il danneggiamento della membrana cellulare, diminuzione dei livelli di citochine pro-infiammatorie e modulazione della risposta immuno-mediata. Al momento continua ad essere studiata anche nelle terapie per la cura di diabete, malattie degenerative, cancro.

    Artiglio del diavolo (Harpagophytum procumbens)

Questo lo conoscete! Seppur deve il suo nome ai frutti che ricordano degli artigli, in realtà la parte maggiormente ricca di composti bioattivi è, come spesso succede, la radice. Le molecole a maggior azione benefica sono gli iridoidi, in particolar modo l'arpagoside: l'azione più importante esplicata è quella anti-mutagenica, ma sono state dimostrati anche effetti positivi nella riduzione di citochine pro-infiammatorie, cicloossigenasi, protezione dallo stress ossidativo e aumento della sopravvivenza delle cellule danneggiate dagli agenti ossidanti.

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    Camu-camu (Myrciaria dubia)

Frutti rossi e particolarmente acidi, ricchi di vitamina C e polifenoli: la traduzione è un'importante azione anti-infiammatoria, antiossidante e anti-microbica, con risultati dimostrati nella riduzione dei livelli di proteina C reattiva circolanti nel sangue. Attualmente gli studi stanno indagando anche le proprietà di altre molecole presenti nel frutto, tra cui proantocianidine, acido ellagico ed ellagitannini.

    Agrumi (Citrus spp.)

Qui non si parla di un solo frutto ma di un gruppo di frutti, accomunati dal grande contenuto di esperidina. Le proprietà anti-infiammatorie di questa molecola hanno un riscontro nelle patologie cardiovascolari e nel cancro, poiché inducono l'apoptosi (morte, in parole povere) delle cellule dello stomaco, del colon, del seno, dei polmoni e del fegato. L'esperidina contrasta inoltre l'azione delle specie reattive dell'ossigeno, riduce i livelli dei marker pro-infiammatori e provvede ad un effetto neuroprotettivo.

    Ribes nero (Ribes nigrum)

Comunemente utilizzato per trattare i reumatismi, il ribes nero è ricco di vitamina C e polifenoli, specie antocianine: come nel caso degli altri estratti, anche qui l'azione sinergica tra le molecole presenti è la chiave di volta per un effetto potenziato, sebbene le molecole di riferimento restino le prodelfinidine. Queste esplicano un'azione antinfiammatoria a livello delle cellule intestinali e dei macrofagi, ma anche di regolazione della pressione sanguigna.

Estratti vegetali antiossidanti, conclusioni

La cosa interessante è comprendere la vastità delle opportunità e delle proprietà che si hanno da frutti, radici o comunque piante spesso non considerate così valide, ma che invece hanno molto da offrire alla salute umana. Ciò non significa che bere thé, caffé, vino o mangiare cioccolata sia inutile, ma semplicemente che si può implementare ed espandere il campo della nostra conoscenza e consapevolezza, tenendo sempre conto che spesso l'assunzione di differenti molecole ad azione simile comporta un effetto sinergico e dunque potenziato. 

Per concludere, tenete sempre a mente che naturale non significa sempre sicuro: qualsiasi eccesso può diventare pericoloso per la salute, quindi gustate i cibi ma non abusatene.


Fonti:

Serrano A, Ros G, Nieto G. Bioactive Compounds and Extracts from Traditional Herbs and Their Potential Anti-Inflammatory Health Effects. Medicines. 2018; 5(3):76.

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