Novel food e insetti: perché dovremmo mangiarli?

Fonte: Freepik

Cosa ne pensate del consumo di insetti nella dieta quotidiana? E perché proprio ripugnanza associata a voltastomaco?
Se ci seguite, sapete bene che nell'ultimo articolo abbiamo parlato dei novel food; oggi parliamo in particolare di insetti.

Consumare insetti è un'abitudine tipica di diverse etnie: Asia, Africa e Sud America sono i continenti che ne fanno il più largo utilizzo a livello culinario da molto tempo. Nonostante il mercato alimentare degli insetti si stia espandendo a vista d'occhio, l'Europa rimane ancora arretrata in tale ambito; ciò è avvalorato dall'opinione dei cittadini, i quali li associano a malattie, infezioni, sporcizia e scarse condizioni igieniche, ma anche da una cultura che non le appartiene. 

Novel food e insetti, li provereste?

In un sondaggio sul nostro profilo Instagram vi abbiamo chiesto di rispondere ad alcune domande, compreso se fosse disposti a provare mai la farina di insetti: la maggior parte delle persone ha risposto di no. 

Ma vediamo alcuni di quelli che possono essere i benefici relativi alla loro assunzione. 

Sicuramente l'espansione demografica è uno dei fattori che spinge verso la promozione del mercato alimentare di insetti: avere un'altra fonte alimentare per soddisfare il fabbisogno energetico della popolazione fa sempre comodo, come un pacco di fazzoletti in borsa. Con la normativa relativa ai novel food (Reg. UE 2283/2015) gli insetti hanno ottenuto l'approvazione in quanto sicuri per la salute umana. Nonostante ciò, l'Italia non ha ancora autorizzato il loro impiego alimentare mentre alcuni Paesi europei hanno concesso la loro commercializzazione in via transitoria.

Dal punto di vista di sostenibilità poi, gli allevamenti di insetti comportano emissioni di gas serra e  consumo di acqua nettamente inferiori rispetto a quelle della carne o del pesce. Ad esempio, ci vogliono 15 kg di CO₂ per produrre un kg di proteine dai bachi da seta, una quantità indubbiamente ridotta rispetto a quella utilizzata per le carni (articolo dove potete scoprire la quantità). 

Per quanto concerne il lato nutrizionale, gli insetti hanno una composizione simile a quella delle carni: le locuste e le cavallette, ad esempio, hanno un contenuto proteico che varia dal 18 al 32%, a seconda della specie; quello dei grilli varia dall’8 al 25%. Dunque, tenendo in considerazione il danno economico all'agricoltura che annualmente viene provocato dalle invasioni di locuste nei territori più aridi, perché non utilizzare le locuste a fini alimentari?

Fonte: Freepik

In uno studio si è andati ad analizzare le motivazioni alla base del consumo/non consumo di insetti a seguito di un assaggio. Per quest'ultimo sono stati utilizzati il grillo domestico (Acheta domesticus), le camole del miele (Galleria mellonella) e le cavallette (Calliptamus italicus). Prima della degustazione gli insetti sono stati tostati in forno per preservare le loro caratteristiche organolettiche ed evitare così di alterare i giudizi del pubblico esaminato. Successivamente i partecipanti hanno risposto ad una serie di domande strutturate con risposta aperta riguardo quali specie di insetti avevano assaggiato e le relative preferenze, le caratteristiche sensoriali e le aspettative dell'introduzione dell'entomofagia da parte dei famigliari/amici. 

Dai risultati si evince che la maggior parte dei partecipati ha preferito le camole del miele (63%), a seguire le cavallette (19%) ed infine i grilli (12%). Le camole sono state descritte dai partecipanti morbide/soffici e sono state paragonate al sapore delle nocciole e dei pinoli. I grilli, invece, sono stati descritti croccanti e dal sapore simile alla frutta a guscio. Anche le cavallette sono state definite croccanti, con un sapore riconducibile a quello del pesce. 

Tra i risultati, quello più interessante è  relativo alla domanda su come i familiari e/o amici avrebbero accettato l'introduzione di insetti da parte dei rispondenti nella loro dieta: la maggior parte ha segnalato come l'immissione degli insetti non sarebbe approvata e sostenuta. 

Conclusioni 

Che gli insetti diventeranno parte della nostra tradizione e del nostro futuro non possiamo dirlo con fermezza. Ciò sicuramente non potrà avvenire finché non ci sarà una legislazione specifica che ne permetta la commercializzazione e quindi la loro disponibilità sul mercato. Per ora dunque problema schivato, ma noi siamo curiosi di sapere, secondo voi, come saranno le pubblicità (se ci saranno) che promuoveranno hamburger di cavallette (siamo aperti ai più creativi slogan)?

Vi aspettiamo nei commenti, non siate timidi. 


Fonti:
  • Van Huis, H.; Van Itterbeeck, J.; Klunder, H.; Mertens, E.; Halloran, A.; Muir, G.; Edible Insects, Future prospects for food and food security, FAO, 2013.
  • https://www.fondazioneveronesi.it/magazine/i-blog-della-fondazione/il-blog-di-airicerca/insetti-commestibili-cibo-del-futuro
  • https://www.fao.org/locusts/en/
  • https://agriregionieuropa.univpm.it/it/content/article/31/44/lentomofagia-tra-curiosita-e-sostenibilita

Commenti

Post popolari in questo blog

Keys si è fermato a Pioppi

Timing dei nutrienti e allenamento, parte 1

La dieta mediterranea, l'elisir di lunga vita